Mi capita spesso di incontrare persone, Uomini e Donne, che ricoprono ruoli di responsabilità; persone che in azienda sono un punto di riferimento.

Persone capaci, con delle skills di valore, che non hanno nulla da dimostrare. Persone che hanno già dimostrato di avere competenze sopra la media ma, persone che non hanno ancora dimostrato che con loro, da Leader, si lavora BENE.

Avere competenze non significa necessariamente essere relazionali, capaci di mettere sul piatto della bilancia la positività, la disponibilità, la gentilezza, le idee, la gratitudine, il sorriso, la comunicazione.

Ma, “Fare bene il proprio lavoro” non vuol dire avere il piacere di lavorare con queste persone.

D’altronde sono sempre le persone che fanno la differenza. Se queste poi ricoprono un ruolo di Punto di Riferimento possono creare un vero e proprio Inferno o Paradiso all’interno dei luoghi di lavoro.

A chi non è capitato di avere un Capo a cui avresti rotto volentieri il setto nasale?

Meno male che con gli anni si cresce, ci si evolve. Ma, questo accade, solo in proporzione alla volontà che ci metti nel volere migliorare. Cambiamento non è sinonimo di miglioramento. Per alcuni passano gli anni ma, i meccanismi rimangono sempre gli stessi. Anzi, il tempo amplifica i tratti più ruvidi dei loro comportamenti.

Anche se, in teoria, con gli anni impari a proporre le tue idee con positività, con un sorriso. Finalmente dalla tua bocca iniziano ad uscire frasi “miracolose” come “Ce la possiamo fare”, “Va tutto bene”, “Comunque vada, sarà un successo”.

Spesso condizionati dagli altri, nel mentre dell’esperienza professionale, riusciamo a toglierci di dosso la pressione di essere adeguati e conformi agli altri. E allora ci lasciamo andare ad un “Pochino” di emotività. Ma non troppa…

Quindi possiamo stare tranquilli?

Formatori ed esperienza basteranno per redimere l’empatia smarrita di baldi Capi alla agognata ricerca di collaboratori a cui piace lavorare con loro?

Secondo me, qualche predisposizione naturale in ogni caso bisogna averla perché, conoscendone alcuni prototipi di genere, credo che nemmeno un intensivo di formazione per endovena possa far tornar loro il sorriso smarrito.

Nella speranza che qualche Capo faccia una sana autocritica riflessiva e voglia iniziare a trasformare “il DOVER lavorare con loro” in “il PIACERE di lavorare con loro”, ecco 4 skills fondamentali:

  • ASCOLTARE; durante le riunioni fai silenzio, fai parlare gli altri, evita di occupare sempre e solo tu lo spazio comunicativo, ascolta le opinioni di tutti prima di esprimere la tua. Parola chiave “Parliamone…”. Poi ascoltato tutti, quando si tratta di tirare dritti, lo sai fare molto bene.

 

  • PRO-POSITIVITA’; non basta proporre progetti se questi progetti sono presentati col muso lungo. Dicono che il sorriso è contagioso, mia nonna diceva che un sorriso tira l’altro. In realtà, spesso sorrido e non trovo risposta ma, ho capito un insegnamento. A stare col muso lungo non pesa solo a chi lo subisce ma, anche a chi lo esegue. È un inizio, poi le sfaccettature sono mille.

 

  • EMPATIA; lo sanno anche i sassi che è mettersi nei panni degli altri. Ma, chi vuole fare strada o carriera diventa una moneta di valore. Quando sei nella posizione di Capo questa qualità ti serve per fare squadra, per alimentare la fiducia, per motivare i tuoi collaboratori, per non perdere le persone per strada, sapere quando è il momento di parlare dei progetti e tanto altro ancora.

 

  • COOPERAZIONE; senza gli altri non si fa nulla, viviamo in un sistema non in relazioni binarie one to one. Per raggiungere determinati risultati il lavoro in orchestra è fondamentale. Anche se a volte avere in team Michael Jordan è un vantaggio competitivo elevato.

 

Ne voglio aggiungere una. Non so come definirla per comunicarla a uomini di cultura come i responsabili d’azienda.

Mi prendo una licenza linguistica. Ti chiedo SCUSA in anticipo. Fra l’altro è una qualità che tanti anni fa, uno dei miei presidenti della squadra di calcio per la quale giocavo, mi ha svelato: SAPER ROMPERE LE PALLE.

A me riesce bene e a te?

La realizzazione di un’impresa nasce da un sogno e dalla capacità di chi ha creato questo progetto prima nella sua mente e poi nella realtà. In particolare, dall’orgoglio e dalla valorizzazione di se stessi.

Un’iniziativa non semplice, ma se a guidare il Leader sono il talento, la creatività e la visione, anche i traguardi più difficili diventano possibili. Queste potenzialità sono in ognuno di noi.

Loris Comisso

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