Negli ultimi 15 anni, la letteratura manageriale ha affrontato la contrapposizione tra il potere e la leadership nella gestione dei team.

Tuttavia, questa dicotomia presenta limiti, poiché non tiene conto della complessità e della mutevolezza delle dinamiche organizzative, né fornisce una chiara definizione dei termini coinvolti.

In questo articolo, esploreremo il concetto di potere e leadership, cercando di superare le distinzioni rigide e offrendo una visione integrata.

Partiamo definendo il concetto di “potere”.

Spesso associato a connotazioni negative, il potere può essere definito come la capacità di un attore sociale (A) di influenzare il comportamento di un altro attore (B). Questa influenza può manifestarsi in diverse forme, che identifichiamo come potere coercitivo, potere economico e leadership.

Il potere coercitivo si basa sulla forza, intesa non solo come capacità di infliggere danni fisici, ma anche come possibilità di imporre sanzioni o punizioni, come il licenziamento di un dipendente.

Il potere economico, invece, si manifesta attraverso la capacità di fornire ricompense materiali, come aumenti di stipendio o benefit aziendali, in cambio di comportamenti desiderati.

Infine, la leadership rappresenta una forma di potere basata su risorse simboliche, come la capacità di ispirare, motivare e influenzare gli altri attraverso idee, visioni e valori condivisi.

Queste tre forme di potere si manifestano in diverse situazioni, e spesso si sovrappongono. Un manager può utilizzare il potere coercitivo per sanzionare un comportamento indesiderato, ma allo stesso tempo può esercitare il potere economico attraverso incentivi finanziari per premiare comportamenti positivi. Inoltre, la sua capacità di ispirare e motivare i dipendenti riflette il suo potere di leadership.

È importante notare che il potere non è un concetto statico, ma dinamico. La sua efficacia dipende dalla volontà di A di esercitare il proprio potere e dalla percezione di B delle risorse offerte da A.

Un altro elemento chiave da considerare è la distinzione tra potere potenziale e potere attuale. Il potere potenziale rappresenta il “serbatoio” di potere di A su B, ossia le risorse di cui A potrebbe disporre per influenzare il comportamento di B. D’altro canto, il potere attuale è ciò che A effettivamente ottiene da B in virtù del proprio potere.

Gestire il potere significa minimizzare il costo dell’esercizio del potere stesso. Ciò implica una comprensione approfondita delle risorse a disposizione e delle motivazioni di B, nonché la capacità di utilizzare efficacemente queste risorse per ottenere il comportamento desiderato.

In conclusione, la distinzione tra potere e leadership non deve essere intesa come una dicotomia rigida, ma piuttosto come una gamma di risorse e strategie a disposizione dei manager. Un approccio integrato alla gestione del potere richiede flessibilità, pragmatismo e una profonda comprensione delle dinamiche organizzative.

Spero che questo articolo abbia contribuito a chiarire i concetti di potere e leadership, offrendo uno sguardo più ampio sulle complesse interazioni che caratterizzano il mondo manageriale.

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