Quando sviluppiamo e innoviamo il nostro business il nostro scopo non è solo adattarsi alle situazioni che capitano ma soprattutto crearne di nuove e migliorarle, perché possano fare il loro tempo ed essere lasciate in eredità in qualità di “Buone Maniere Aziendali”
È quello che pensiamo e quello che facciamo a costruirci il nostro talento. Noi rimaniamo in ogni caso i titolari e responsabili degli eventi della nostra azienda/professione. Con pensieri, parole, opere e omissioni, siamo noi a costruirci la nostra fortuna, i nostri risultati e il nostro talento. Il nostro inferno o il nostro paradiso.
Sino a oggi i tuoi comportamenti hanno guidato, nel bene e nel male, i tuoi risultati. Ora è arrivato il momento di capire alcune semplici indicazioni per comprendere come sviluppare un’azienda robusta con un Team Efficace e diventare un punto di riferimento per te e i tuoi collaboratori.
Quali stili di management puoi dover gestire?
Progettare partendo dall’indagare. Questo devi fare, in stile Sherlock Holmes con la lente d’ingrandimento e un fedele collaboratore. Sapere cosa abbiamo a disposizione fa sempre la differenza. Spesso dimentichiamo l’analisi di contesto.
Gli stili di management possono essere di 4 tipi:
− Direttivo: il capo parla solo ai suoi riporti principali e poi loro parlano con i loro riporti e così via, fino ad arrivare alla base della piramide; il terreno fertile per i padri padroni;
− Organizzativo: il capo è centrale, equidistante da tutti coloro che sono in azienda. Ascolta e parla con tutti quanti nella stessa maniera;
− Collaborativo: stile partecipativo, parla con quello di destra e con quello di sinistra, che con un passaparola fanno girare lo stile di management;
− Allenatore o Direttore d’Orchestra: l’organizzazione va avanti da sola e da fuori, il coach gli da il giusto stimolo, le indicazioni e la direzione;
Gli stili di management possono essere a loro volta organizzati e gestiti. Per gestiti s’intende qual è la politica generale adottata?
Politica, ahimè, spesso e volentieri lasciata in eredità negli anni passati da generazioni di management precedenti. Molte volte nel business si attuano comportamenti, sistemi e pratiche che fanno parte di gestioni vecchie e non ci si domanda il PERCHE’ si fa quello che si fa; ancor peggio non lo si mette in discussione.
Il management può essere gestito in sole due tipologie: Micro e Macro Management. Quando usi il micro le persone dipendono da te, che ti troverai nella situazione di spiegare, ogni giorno, per filo e per segno cosa DEVONO fare. Nel Macro l’obiettivo è renderli autonomi, il prima possibile, in modo tale che tu possa fare il tuo lavoro e loro riescano ad essere un investimento per la tua azienda.
E tu quale stile utilizzi per la maggior parte del tempo?
Quali sono le tre dinamiche che permettono lo sviluppo di un Macro Management intelligente?
Quali sono le dinamiche che tengono uniti nel loro lavoro quotidiano un insieme di uccelli, che tu alzando gli occhi in cielo, spesso vedi volare?
La prima dinamica è Direzione/Posizione/Distanza.
Quando alzi gli occhi in cielo e osservi uno stormo di uccelli in volo, li vedi tutti che volano raccolti in questa forma regolare, che sembra disegnata in cielo. La sorpresa è constatare che vanno tutti nella stessa direzione.
Ti stupisci e ti chiedi come fanno degli animali a essere così organizzati, a non litigare e andare dove vogliono e possono. Il motivo è dato da tre regole che rispettano e che sono la direzione, la posizione e la distanza.
Ognuno di loro decide la direzione, hanno una posizione che ciclicamente cambiano e li fa stare in testa e in coda, ruotano e girano per provare tutte le posizioni. Hanno deciso la distanza fra un uccello e l’altro. Nel tuo business, nel tuo Team la Direzione è lo Scopo, la Posizione è il Ruolo e la Distanza è il Comportamento.
Il Macro Management riesce a definire lo scopo di tutti che è Mission, Vision e Ambition e il ruolo ed i comportamenti da tenere all’interno del gruppo in caso di imprevisti. Lo stormo quando vola in formazione e trova davanti un ostacolo cosa fa?
Ognuno cerca di schivare l’ostacolo per cui trova la propria risposta autonoma, senza dover andare dal manager a chiedere “che cosa devo fare?”, che è la classica domanda da Micro Management. Ognuno di loro invece, è abilitato, delegato, autorizzato a decidere per se e poi appena sorpassato lo scoglio, superato l’ostacolo, ognuno degli uccelli torna nella direzione, nella posizione e nella distanza definita. Sembrano telecomandati e non hanno fatto riunioni inutili di mille ore prima di partire.
Nel Micro Management questo non accade, in quanto ad ogni ostacolo il sistema si paralizza, si ferma. Le persone vanno dal Capo a chiedere come comportarsi o cosa fare. Nel Macro, quello intelligente, quello che fa avanzare il capo insieme alla sua struttura ha deciso tre semplici regole.
Qual è la loro Visione / Missione / Scopo, qual è il loro ruolo ed i comportamenti da assumere nella normalità e nelle situazioni straordinarie.
La seconda dinamica e Puntare/Sparare/Mirare.
Come si faceva una volta la guerra? Cosa facevano i soldati?
Puntavano, Miravano e Sparavano, il contrario della seconda dinamica.
Un tempo i bersagli erano immobili, erano fermi, erano statici, erano castelli e fortezze. Per cui si arrivava con la catapulta, fucili, archi e cannoni e si puntava, si mirava e si sparava. Oggi gli obiettivi sono mobili, si spostano anche in modo rapido. Clienti che cambiano idea e gusti, mercati variabili, borse instabili, aziende concorrenti su internet, finanza impazzita.
Oggi non sono più fermi come castelli e fortezze ma sono come una macchina del tempo, stile “Ritorno al Futuro”, che schizza via. Dobbiamo adeguare il nostro stile. Non possiamo più puntare, mirare e sparare ma dobbiamo invertire il meccanismo:
Puntare: decidere su quale mercato, su quale prodotto, su quale cliente rivolgerci per poi…
Sparare: senza rimanere paralizzati dall’attività di mirare, perché le aziende sono paralizzate dal mirare, paralisi da analisi, sono sempre lì ad analizzare i conti, i numeri e i dati prima di prendere decisioni.
Mirare: strada facendo, come fanno le armi telecomandate, puntiamo il missile, lo spariamo e quando è in cielo, iniziamo a telecomandarlo o a collegarlo alla temperatura del corpo che vogliamo colpire.
Altra importante dinamica è comprendere quali tipologie di persone abbiamo in squadra a disposizione. A un attaccante gli farò fare i goal, mentre a un difensore gli farò bloccare l’attaccante avversario.
Secondo te, quando i giocatori non hanno performance adeguate alle loro capacità? Quando l’allenatore li fa giocare fuori ruolo.
Capita molto più spesso di quello che pensi perché in ogni Team ci sono tre tipologie di comportamenti e profili che vanno rispettati per i rispettivi talenti o forze:
− Creativo;
− Critico;
− Pratico;
Sono quelli che determinano il successo o il fallimento di un’azienda. Dare a una persona molto critica la creazione di un progetto non porterà ad alcun risultato, non si realizzerà quasi mai. Far realizzare un progetto a una persona tanto creativa non porterà a nessun risultato, non si realizzerà quasi mai.
Per cui il compito di un manager/leader è di riconoscere le attitudini e i talenti che ci sono in ognuno dei propri collaboratori, perché ognuno tende ad essere più creativo, critico e più pratico.
Ad esempio, se noi sappiamo che dobbiamo fare il lancio di un nuovo prodotto e dobbiamo creare una soluzione, metteremo in quella riunione tutti i nostri creativi. Questi anche se non sono stati assunti con quel ruolo e non ce l’hanno scritto nel biglietto da visita, magari sono in contabilità o in magazzino e tu prendendo un caffè, uscendoci a pranzo, leggendo le mail, ascoltandoli avrai capito qual è la loro vera identità e se sei bravo e hai compreso quello che ti sto dicendo, lo valorizzi e fai bingo.
Far creare a un creativo è la miglior scelta che tu possa fare. Dopo di che prendi la soluzione e le porti in una seconda riunione, al vaglio dei critici, che ti avviso, “massacreranno” il progetto. Non lo fanno perché sono in mala fede, ma perché hanno paura di incorrere in sanzioni, in errori, in mancata qualità e perché sono critici, sono lì per quello, per criticare.
È un’ottima occasione per il progetto, per verificare le minacce che i creativi non sono stati in grado di far emergere (i famosi punti di rottura). Dopo questi opportuni passaggi e rispetto delle posizioni, ora puoi passare il progetto ai pratici, quelli che non vedono l’ora di fare, di realizzare, di eseguire. Non si chiedono come fare nuove soluzioni, non criticano ma eseguono.
Imparare a riconoscere queste tipologie vuol dire farli lavorare meglio insieme e mettere il turbo alla tua progettualità.
Nel tuo ruolo di sviluppo management hai bisogno degli altri, non puoi fare tutto da solo. Non sei un tuttologo, anche se tanti di voi credono di esserlo.
Ti invito a diventare un “regolatore di vasche da bagno”. Lo so, detta così non vuol dire niente ma mi spiego meglio, fai finta che la tua azienda è una vasca da bagno con l’acqua dentro. Se l’acqua rimane ferma per lungo tempo rischia di diventare stagnante, putrida e puzzolente e attira le zanzare.
Quindi, il tuo ruolo prevede che impari a togliere il tappo e apri il rubinetto per far entrare acqua fresca e per far entrare prima acqua fresca, devi far uscire altrettanta o maggiore acqua sporca. Per acqua sporca intendo modi di vedere, comportamenti, processi e se serve, mi dispiace, anche uomini.
Scopri “Come crescere una squadra funzionante”, la Master Class firmata Business Formula, per apprendere il libretto di istruzioni della comunicazione e della gestione per lo sviluppo di un gruppo di lavoro coeso e vincente. Allenarsi al mestiere del Capo è una sfida quotidiana e anche la migliore classe dirigente può ancora imparare molto.
Grazie. Buona giornata.
Loris Comisso
Cerca
Articoli collegati
Negli ultimi 15 anni, la letteratura manageriale [...]
Nel vasto panorama professionale, ho immaginato un [...]
Introduzione: La leadership autentica rappresenta una prospettiva [...]