Bisogna dare a tutti la possibilità di esprimere le capacità, facendo successivamente una verifica per esaltare i punti di successo ed esaminare ciò che non ha funzionato perché non accada in seguito (Per favore, basta con le riunioni “scassapalle” che non servono a niente!).

È importantissimo motivare le risorse perché queste possano dare quel qualcosa di più, senza il quale il lavoro si ridurrebbe a un’attività meccanica senza stimoli. L’io persona non può essere diverso dall’io professionista.

Quando ci sono sacrificio, impegno, dedizione, principi di cui è permeata l’azienda, anche se un individuo non ha una grande esperienza in un certo settore, forse impiegherà più tempo per arrivare agli obiettivi, ma li raggiungerà comunque.

D’altronde il compito di un allenatore di calcio, come di un capo azienda, è quello di ottenere i risultati attesi utilizzando al meglio le risorse umane a sua disposizione. Questo avviene attraverso una GIUSTA motivazione di tutti i componenti del gruppo, tenendo conto dei diversi talenti, delle diverse aspirazioni. La diversità è un’opportunità.

Mi capita spesso la domanda: “Ma, Loris, questi vengono a lavorare solo per lo stipendio, non gli interessa niente…cosa faccio?”

La formazione non sostituisce la selezione anche perché un somaro non diventa un cavallo. Poi ti giro la domanda: “Ma, sono loro a non essere motivati o sei tu, leader, a non sapere come motivare?”

Un leader 4.0 deve studiare e aggiornarsi per tutta la vita, costruire in modo costante e migliorativo le proprie competenze. Leadership è un processo che ha un inizio, ma è in continuo divenire.

È come studiare uno strumento, ad esempio il pianoforte. Tu sai che inizi, ma se vuoi migliorare e suonare sempre meglio, hai anche un’altra certezza: che studierai e farai esperienza per tutta la vita. A questo punto la domanda nasce spontanea: che cosa devi iniziare e continuare a studiare per diventare un leader?

Scrivilo nei commenti.

Grazie e BUONA GIORNATA.

Loris Comisso

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