Quale è la strategia su cui basare l’organizzazione del tuo Team aziendale. In sole 3 parole:

Puntare/Sparare/Mirare

E’ come si faceva una volta in guerra.

Cosa facevano i soldati?

Puntavano, Miravano e Sparavano.  Ma, un tempo i bersagli erano immobili, erano strutture, erano fermi, erano castelli e fortezze. Per cui si arrivava con la catapulta e cannoni e si puntava, si mirava e si sparava.

Ma, oggi c’è una grande volatilità di mercato e di risorse. Gli obiettivi sono diventati mobili, si spostano anche rapidamente (clienti che cambiano idea e gusti, mercati variabili, borse instabili…) ed oggi non sono più fermi come castelli e fortezze ma, sono come una macchina che schizza via, come un uccello libero nell’aria che non puoi prevedere la traiettoria.

Con il nostro Team è necessario adeguare il nostro stile, non possiamo più puntare, mirare e sparare ma dobbiamo invertire il meccanismo: Puntare/Sparare/Mirare

1) Puntare: Decidere su quale mercato, su quale prodotto, su quale cliente rivolgerci. Definire il focus, il centro dell’attenzione e poi…

2) Sparare: Senza rimanere paralizzati dall’attività di mirare, perchè le aziende sono paralizzate dal mirare, paralisi da analisi, sono sempre lì ad analizzare i conti, i numeri ed i dati prima di prendere decisioni. Ed a questo punto dopo che hai sparato, poi…

3) Mirare: lo fai strada facendo, come fanno le armi telecomandate. Puntiamo il missile, lo spariamo e quando è in cielo iniziano a telecomandarlo o lo colleghiamo a bersagli precisi come alla temperatura del corpo che vogliamo colpire.

Altra importante considerazione per coordinare il tuo team di lavoro. In azienda, i tuoi collaboratori, presentano 3 tipologie di comportamenti e profili da fondere per avere i maggiori vantaggi:

Creativo/Critico/Pratico

Creativo-critico-pratico e sono quelli che determinano il successo o il fallimento di un Team di Lavoro.

Dare ad una persona particolarmente critica la creazione di un progetto, vuol dire portare il progetto a non partire e gettarlo nel cestino; non ci riuscirà mai. Oppure dare la realizzazione, la messa in opera di un progetto ad una persona particolarmente creativa non riuscirà mai.

Per cui il compito di un titolare e di un responsabile è di riconoscere le attitudini che ci sono in ognuno, perché ognuno tende ad essere più creativo, più critico o più pratico.

Se, per esempio, noi sappiamo che dobbiamo fare il lancio di un nuovo prodotto e dobbiamo creare soluzioni metteremo in quella riunione tutti i nostri creativi. Questi non sono stati assunti con il ruolo di creativi e non ce l’hanno scritto nel biglietto da visita, magari sono in contabilità, in magazzino.

Come Fare?

Prendendo un caffè, uscendoci a pranzo, leggendo le mail, ascoltandoli avrai capito quale è la sua vera identità e se la valorizzi fai bingo.  Far creare ad un creativo è la miglior cosa e poi prendi le soluzioni e le porti in una seconda riunione. Che è quella dei critici, che massacreranno il progetto ma non perchè sono in mala fede ma, perché hanno paura di incorrere in sanzioni, in errori, in mancata qualità.

Questa è un’ottima occasione per verificare le minacce che i creativi non sono in grado di far emergere (i famosi punti di rottura).

Ora puoi passare il progetto ai pratici, quelli che non vedono l’ora di fare, di realizzare, di usare le mani.

Quest’ultimi non si chiedono come fare nuove soluzioni, non criticano ma eseguono.

Imparare a riconoscerli, i creativi/critici/pratici vuol dire farli lavorare meglio insieme. Abbracciare la diversità per una maggiore produttività.

A questo punto, ci aggiungo un elemento che è il risultato della mia esperienza in tanti anni di aula con figure apicali: la disciplina.

Colui che sta a capo di un Team di lavoro è consapevole che dopo tanti anni di esperienza ha ancora tanto da imparare. Non si fa prendere dall’idea di sapere già tutto quello che c’è da sapere. È avido di informazioni o di migliorare quelle già a sua disposizione.

È consapevole che fatto che per raggiungere certi obiettivi bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare duro, molto duro. È così che le difficoltà vengono superate. Laddove per qualcuno può essere un ostacolo insuperabile per un Team Leader è una semplice e stimolante situazione da superare o da cavalcare.

 Come si comporterebbe il Team con un Leader che manifesta questo atteggiamento?

Diventare Team Leader vuol dire raggiungere la piena consapevolezza e libertà di se stessi, vuol dire gestirsi e svegliarsi la mattina con una ragione di vita, vuol dire migliorarsi continuamente. In particolare ci prova in continuazione a migliorare il suo Team. Una delle frasi peggiori che posso sentire dire da un Leader di un gruppo inizia con: “Mi chiedo cosa sarebbe successo se…”.

Esiste una FORMULA PER IL BUSINESS, che già altri hanno applicato e che anche tu, se vuoi, puoi scoprire?

Ti aspetto a “Mettiamoci in Squadra”, il Talk Show Educativo firmato Business Formula, per apprendere il libretto di istruzioni nella creazione e nello sviluppo di Team Vincenti con Dan Peterson e Dino Meneghin, Leo Turrini, Beatrice Bauer, Giordano Mazzi.

Buona Giornata

Loris Comisso

 

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