Protagonista, di questo testo cantato in uno spot, era un coro di ragazzi di varie culture, che, riuniti sul versante di una collina, intonavano tutti insieme la canzone, lanciando un messaggio di pace e fratellanza universale. Una “We are the world” in forma pubblicitaria.

Durante gli anni Ottanta è stato tra le colonne sonore più gettonate di questo periodo e ancora oggi lo ricordo con piacevole affetto e nostalgia. Stiamo parlando del brano “Vorrei cantare insieme a voi”, che accompagnava lo spot di Natale della Coca-Cola, trasmesso in tv per molti anni a partire dal 1983.

Siamo arrivati di nuovo a Natale e come ogni anno si sente il rumore del politicamente corretto, che annovera nuovi adepti di argomento in argomento, con il chiaro intento di rimuovere dalla popolarità la figura di Babbo Natale (oppure Gesù Bambino per chi, come me, aveva questo nome). Ci sono quelli che vogliono eliminare la figura di Babbo Natale per non far soffrire i bambini e quelli che vogliono eliminare la festa col nome “Natale” per non urtare la sensibilità di chissà chi. Da questo punto di vista credo sia arrivato il momento di dire “Basta, giù le mani da Babbo Natale!!!” oppure continuate pure ma, con sbuffo di disprezzo, come quando un cavallo è infastidito dal ronzare di una mosca. Perchè le mosche sono fuori luogo, con un cavallo, dovrebbero andare nel loro contesto naturale e lo lascio immaginare a tutti voi.

Che nessuno vada in giro a dire che Babbo Natale non esiste. Soprattutto ai bambini perchè loro hanno bisogno dei sogni per imparare a stare al mondo. Ne avrebbero bisogno, dei sogni, pure gli adulti. Ma, se quest’ultimi hanno il fattore tempo che gli gioca un brutto scherzo almeno i primi avranno il tempo a loro favore per scoprire la realtà. L’uso della fantasia, del gioco, dell’illusione, della fiaba sono tutti strumenti che educano e che formano. Per fortuna, ci sono tanti bimbi che sembrano non voler abbandonare l’idea di Babbo Natale, anche se i genitori capiscono che la scoperta è già avvenuta. Con occhio furbo procedono a far credere che ci credono perchè gli conviene. I bambini non perdono tempo come noi adulti che, solo per qualche like in più o perchè non abbiamo argomenti seri da trattare, ci mettiamo a vaneggiare sulla necessità di eliminare Babbo Natale o la festa di Natale.

Babbo Natale per me esiste ed esiste per tutti voi. Perchè i dati mi dicono che tantissimi di noi si stanno facendo regali ed è per questo che esiste ancora più vivo che mai. E’ tornata una grande voglia di fare regali, anche se vincono i prodotti enogastronomici.

Per la prima volta dal 2019, aumenta rispetto all’anno precedente (2022) la percentuale di persone che farà i regali di Natale (73,2% contro il 72,7% dell’anno scorso). La faranno da padroni i prodotti enogastronomici (72,7%) che si confermano la preferenza, poi seguiti da giocattoli (50,1%), prodotti di bellezza (49,6%), abbigliamento (49,4%) e libri (41,6%). Tra i regali che registrano l’incremento maggiore rispetto all’anno scorso si segnalano i prodotti per la cura della persona (+8,6%), i gioielli (+7,9%) e i trattamenti di bellezza (+6,7%); carte regalo e abbonamenti a piattaforme streaming risultano, invece, i regali più acquistati online.

Meno male che Natale è da eliminare. Aiuta a sognare, aiuta gli affari, aiuta a stare insieme, aiuta a pensare al prossimo, ecc.

In fondo, sono convinto che anche coloro che non ci credono ci vorrebbero credere ancora. Per un motivo ben preciso: sopportare vite alquanto discutibili da adulti; tutti noi abbiamo bisogno di tornare un po’ bambini, almeno per pochi giorni. E per quanto riguarda i bambini poco importa se il prezzo da pagare, dell’omertà, può portare una minor fiducia nei confronti di chi ha loro mentito. Non è di certo questo il motivo per cui si incrinano i rapporti in famiglia.

E allora non mi resta che augurare buone feste ricordando la canzone per tornare bambini della pubblicità della Coca Cola (non per fare pubblicità a quell’azienda che di sicuro non ha bisogno di Loris Comisso per prosperare ma, per tornare bambino, appunto), raccontando un aneddoto che riguarda proprio quello spot.

Vorrei cantare insieme a voi
In magica armonia
(magica armonia)
Auguri Coca-Cola e poi
Un coro in compagnia
(canta insieme a noi)
Auguri Coca-Cola e poi
Un coro in armonia
(un coro in armonia)
Cantate tutti insieme a noi.

Il brano in origine era stato utilizzato ben dieci anni prima in uno spot americano della Coca Cola chiamato Hilltop, girato nel 1971 su una collina vicino… a Roma.

Per colpa delle ostili situazioni metereologiche, la pubblicità diventò uno dei più cari della storia, pensate che allora furono spesi ben 250.000 dollari, un enormità al cambio di quei tempi. Ma il successo fu grandioso.

Dieci anni più tardi Coca-Cola Italia decise di riutilizzare le immagini di Hilltop per la pubblicità natalizia, riadattando testo e musiche per la versione italiana.
Anche il montaggio video fu rielaborato, utilizzando primi piani, adattando alla meglio il labiale inglese con la versione italiana della canzone e sfruttando la sequenza finale che mostrava i ragazzi che formano un albero.

La cosa bizzarra era però vedere ragazzi con abiti estivi anni ’70 interpretare una canzone natalizia degli anni ’80!

Buone Feste a tutti.

Loris Comisso