Padre, Figlio e Spirito Imprenditoriale
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La Capacità di Gestione Aziendale
Gestire l’azienda è il risultato di diverse capacità: leadership, management, capacità di team building e team working, visione, programmazione, analisi dei bilanci, previsioni, strategia, etc. Capacità, che quando presenti nelle aziende familiari, sono diventate sempre più complicate da tramandare.
Il passaggio di consegne, da Padre a Figlio, diventa un punto critico della vita aziendale, dove spesso il vecchio e il nuovo si incontrano e si scontrano, con alti livelli di conflittualità finendo per lasciare ai ricordi i fondamentali di come condurre un’impresa.
La Difficoltà dei Padri
Ci sono Padri Imprenditori che, per il bene dell’azienda e del patrimonio creato, dovrebbero pensare di essere in grado di rispondere negativamente al personale desiderio o a quello che avvertono – anche quasi come obbligo morale e sociale – di “cedere lo scettro” ai figli, laddove non ci siano i presupposti tecnico-professionali innanzitutto, di visione e strategia, o, peggio, manchino carattere e leadership o spirito imprenditoriale. Prendere quella giusta distanza dalle vicende emotive per prendere la migliore decisione per il bene di tutti anche se contro il giudizio di chi è sangue del proprio sangue.
Dove non ci sono eredi all’altezza, occorre essere liberi di vendere l’azienda per tempo e godersi la vecchiaia, magari con un impegno saltuario di rappresentanza, preservando il lavoro dei propri dipendenti che, spesso e realmente, nei decenni precedenti ha contribuito al successo dell’imprenditore. Oppure perché non far pagare economicamente e finanziariamente l’entrata in scenda dei figli invece che considerarlo un regalo?
“Le colpe dei padri non ricadano sui figli”
Oppure sì? La citazione biblica si presta a interpretazioni, visto che in alcuni testi (Esodo 20,5, Leviatano 26,39 e Isaia 14,21) si afferma che “la colpa dei padri deve ricadere sui figli” e in altri (Deuteronomio 24,16 e Ezechiele 18,20) si sostiene l’esatto contrario.
Nelle aziende? Si può fare una colpa al padre che spesso vede nel figlio un “fenomeno”, una realtà distorta? A tal punto da mettere nelle sue mani creature, le aziende di famiglia, di milioni di euro? Si può fare un torto al padre che decide il futuro dei suoi figli lasciando in eredità un patrimonio economico culturale
Rispettando ordine e contributo meglio dire che “le scelte dei padri non ricadano sui figli”. Stando alle statistiche un vero e proprio boomerang:
IMPRESA E PASSAGGIO GENERAZIONALE | |
Imprenditori che considerano il passaggio generazionale come fase critica da gestire | 80% |
Imprenditori intenzionati a trasmettere la gestione d’azienda ad un discendente | 68% |
Percentuale di trasferimenti di imprese avvenuto tra soggetti legati da vincoli di parentela nell’anno 2003 | 60% |
Imprese che arrivano alla terza generazione | 20% |
Percentuale di fallimenti annui derivati dalla mancata pianificazione del passaggio generazionale | 10% |
Numero di dipendenti coinvolti nel fenomeno del passaggio generazionale | 11 milioni |
Imprese familiari coinvolte annualmente dei processi di passaggio generazionale | 66 mila |
Presenze di membri della famiglia nel management d’impresa | 70% |
Imprenditori con più di 60 anni | 43% |
Azienda il cui assetto base è di tipo famigliare su un totale di circa 5 milioni di iscritti al registro imprese | 93% |
Imprenditori che affrontano il passaggio d’azienda nei prossimi 10 anni | 40% |
Fonte PMI, Il mensile della piccola e media impresa – IPSOA Editore
Il passaggio e il successo
Insomma, non sempre la successione si chiude con un successo e le cause vanno ricercate nella gestione non ottimale delle informazioni e delle comunicazioni, nel mancato rispetto dei ruoli di amministratore, azionista e manager, nella scarsa regolamentazione dell’ingresso e del trattamento dei familiari in azienda, oltre che nelle differenze di vedute tra imprenditore e suoi successori. In primis un’assenza di esperienza, di leadership e di vita vissuta a superare le difficoltà. Trovare tutto pronto non è sempre un vantaggio.
Il passaggio di testimone va seguito nei minimi dettagli, forzare i figli a fare gli imprenditori è un errore di pretesa. Nell’iter logico di un passaggio generazionale bisogna valutare il contesto psicologico e i profili emozionali. Spesso l’assente ingiustificata è proprio l’intelligenza emozionale.
Di padre in figlio?
Non è così facile come sembra. Avere nel management gente che si conosce e con cui si condivide una storia familiare potrebbe sembrare un punto a favore soprattutto quando si tratta di affidare l’azienda a chi “viene dopo”.
Il cambiamento?
Parte dai figli ancor prima che entrino in azienda. Un’azienda familiare che vuole continuare a essere tale, a rispettare la tradizione, continuando a innovare o iniziando a farlo, deve prevedere sì il coinvolgimento dei figli nelle attività ma anche e soprattutto la possibilità che questi si formino da altre parti.
La cultura del Merito
Puntare sul merito e non sul nepotismo è fondamentale sia per garantire il successo dell’azienda che per il rapporto con i dipendenti stessi. Ecco perché è importante che chi dovrà raccogliere il testimone, oltre a un percorso di studi ad hoc, si formi per acquisire competenze trasversali per guadagnare la fiducia anziché pretenderla perché “imposto” dall’alto.
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Programma:
Ritrovo partecipanti dalle ore 17.00 alle 17.25
1^ parte: Dalle ore 17.30 alle ore 19.00
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Cattelan CDA
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Fabbro Redento (Indira) Pelfa Group
Gruppo Luci
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Pratic Orioli
Lovisa Figlio x
Cravedi spa x
Nonnino grappe
Grappe Tosolini
Roncadin Bo Frost
Gianni Nicoletti Tressis
Vida Salumificio x
Venica Gianni Serena
Dalle ore 19.00 alle ore 19.45 Degustazione Guidata
2^ parte: dalle ore 19.50 alle ore 21.30
Business Talk, ospiti:
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BONUS
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Testimonianze dei protagonisti dei precedenti Business Talk
DAN PETERSON:
“Il miglior format al quale abbia partecipato. Per Me… Mettiamoci in Squadra… Numero Uno!”
GIORDANO MAZZI:
“Facile dire che è un evento azzeccato. Dovrebbe essere fatto nelle scuole perchè ferma la teoria, il sentito dire e, nel giro di poche ore, hai nella pratica il dietro le quinte di una storia di successo, di un protagonista. Loris Merita una platea ancora più ampia”
PUPI AVATI:
“Un format che riscopre il piacere dell’ascolto diretto, senza mediazioni. Solo così l’esempio diventa qualcosa di concreto, capace di far scoccare la scintilla della vera ispirazione”
MANUELA DI CENTA:
“Un’occasione straordinaria per fare il pieno di energia, ottimismo e fiducia nel futuro. È bello poter condividere la propria esperienza a 360°, con i successi ma anche le difficoltà: questo talk show è un momento importante per chi vuole fare del suo sogno, la sua realtà”
GIANNA FRATTA:
“Vedere, ascoltare e sperimentare la versione di chi dirige e di chi fa squadra è il valore aggiunto di eventi di questo calibro”
LEO TURRINI:
“Un evento strepitoso per partecipazione e attenzione. Mi ha sorpreso, durante il Talk Show non volava una mosca. Merito all’organizzazione perfetta”
DINO MENEGHIN:
“Per essere un professionista migliore bisogna essere uomini migliori.
Questo evento forma gli uomini”
MASSIMO TAMMARO:
“Una grande opportunità per imparare! Io per primo non vedo l’ora di ascoltare le esperienze che verranno condivise per poter continuare a crescere”
DAVIDE GIACALONE:
“Un utile spazio di fidelizzazione; un efficace contenitore per dare voce e un’opportunità di espressione a chi nel quotidiano fa altro, azienda”
MAURIZIA CACCIARTORI:
“Il Business Talk è un’opportunità di valore per condividere insieme punti di vista, esperienze, strategie per migliorarsi e migliorare gli ambienti che viviamo; dallo spogliatoio di una palestra all’azienda, dalla famiglia al gruppo di amici”