Milano Teatro alla Scala, 07 Dicembre 2025. Stasera, mentre si alza il sipario su Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Dmitrij Šostakovič, il palcoscenico si trasforma in un laboratorio antropologico sulla natura del potere, della ribellione e della responsabilità morale.
Un’opera del 1934, censurata dal regime stalinista, che torna a parlarci con una forza disarmante nel 2025.

E tra gli spettatori della Prima, Loris Comisso, fondatore di Business Formula, osserva con l’occhio di chi da anni esplora i confini fra cultura e impresa. “L’opera lirica è un’esperienza di leadership — dice Comisso — perché costringe a riflettere su cosa accade quando il potere diventa paura, e quando la ribellione smette di essere liberazione per trasformarsi in autodistruzione.”

Caterina e l’organizzazione tossica

Caterina L’vovna, la protagonista, è una donna intelligente, vitale, intrappolata in una struttura patriarcale e corrotta. È circondata da un marito debole, da un suocero abusante e da un sistema sociale che la soffoca.
Il suo percorso — dalla solitudine al delitto, fino al crollo — non è solo una tragedia individuale, ma un manifesto di ribellione contro un sistema chiuso, incapace di riconoscere il talento e la dignità.

Nelle organizzazioni moderne, quanti talenti femminili soffocano ancora sotto una cultura aziendale che esalta la conformità e punisce la voce fuori dal coro?
Come Caterina, molti professionisti vivono l’assenza di senso come il preludio alla ribellione — o alla fuga.

La leadership come responsabilità, non come controllo

Šostakovič usa la musica come arma di satira e denuncia: l’orchestra esplode nei momenti di amore e di violenza, mostrando come potere e desiderio siano facce della stessa ossessione.
Il compositore stesso, perseguitato dal regime, pagò un prezzo altissimo per la sua libertà artistica.
In questo senso, la sua opera diventa una lezione sulla responsabilità del leader di dire la verità, anche quando il contesto lo spinge al silenzio.

Ogni leader che si affaccia oggi in un consiglio di amministrazione o in una filiale di provincia si trova di fronte alla stessa domanda che l’opera pone a Caterina:
“Qual è il prezzo della tua autenticità?”

Il potere e la paura del giudizio

Il grande tema che attraversa Lady Macbeth di Mcensk è la paura. Paura di fallire, di essere esclusi, di essere giudicati.
È la stessa paura che governa molte organizzazioni moderne — dove l’errore è punito più della mediocrità e dove la creatività viene sterilizzata in nome del controllo.

Loris Comisso, nel suo lavoro di formatore e consulente, torna spesso su questo punto:

“Le aziende non muoiono per mancanza di talento, ma per eccesso di paura.
Quando le persone smettono di osare, l’organizzazione si spegne dall’interno.”

Caterina osa. Ma in un contesto tossico, il coraggio diventa follia.
La lezione è chiara: senza un ambiente [contesto spazio tempo] che accolga la verità, anche il talento più brillante si autodistrugge.

Dal teatro al boardroom: la leadership come atto culturale

Assistere a Lady Macbeth di Mcensk oggi significa osservare il fallimento di un sistema sociale che punisce l’autenticità e premia l’obbedienza.
Significa riconoscere che le imprese sono organismi culturali, non solo economici.
Che la leadership è un atto culturale prima ancora che manageriale.
E che il compito di chi guida non è mantenere l’ordine, ma creare spazi di senso.

Una riflessione che si traduce in azione

L’opera di Šostakovič ci insegna che il potere senza etica diventa terrore, e la ribellione senza visione diventa caos.
Nell’era dell’intelligenza artificiale, della volatilità dei mercati e del burnout diffuso, questa consapevolezza non è un lusso intellettuale: è un dovere strategico.

Ed è proprio da queste riflessioni che nasce il prossimo anno formativo di Loris Comisso, dedicato a uno dei temi più universali del nostro tempo: un dialogo continuo sulla fiducia, sul coraggio e sulla capacità di negoziare con se stessi prima che con gli altri.

 

By Local Press Office