Nel 2018 erano 120 anni dalla sua nascita e 30 anni dalla sua morte. Creatore della casa del Cavallino. Dotato di visione profetica. Conosciuto, ammirato e temuto.
Quando si presentava in pubblico, era solito indossare occhiali scuri (mi ricordava il colonnello Gheddafi, che spesso in TV si vedeva con gli occhiali da sole; anche se le due figure, per pregio e valori, non sono in alcun modo accostabili). Saltuariamente timido, con il timore di esprimersi nella parte più intima, stiamo parlando del commendatore italiano più noto al mondo, che tanti ancor oggi ci invidiano: Enzo Ferrari.
Questo articolo non vuole essere celebrativo ma, spunto di riflessione per imparare dalla storia di uno dei maestri dell’imprenditoria italiana. Troppo spesso siamo ciechi di fronte ad essa che, inarrestabile nel tempo, ci ripresenta il conto in modo reiterato e continuativo, fin tanto che non capiamo i messaggi che vuole mandarci. La storia è fatta così; a volte compagna di viaggio per scrivere momenti memorabili, altre volte compagna bacchettona, sempre pronta a bussare alla porta per ricordarci che non abbiamo appreso quello che dovevamo apprendere. Che non abbiamo fatto i compiti!
Ferrari con la sua visione è riuscito a far diventare la sua azienda, il suo marchio, il suo prodotto un simbolo a cui riconoscersi. Era un ragazzino alla ricerca di un lavoro, solo e senza denaro è stato in grado di costruire un impero, che ha segnato la storia dell’auto e delle aziende in Italia e nel mondo, facendo leva solo sulle proprie forze.
Le caratteristiche che hanno fatto la differenza sono state la VOLONTA’ e la PASSIONE (il color rosso la identifica tutta…).
Quali altri segnali indelebili ha dato in eredità culturale
agli imprenditori il suo incedere e quello che ha saputo realizzare?
- La visione del FUTURO
Quando ha compiuto 90 anni (Febbraio ’88 e poi morì ad agosto ’88), oltre ad aver festeggiato il compleanno in mezzo ai suoi dipendenti, verbalizzò che aveva ancora tanti progetti. Era costantemente proiettato nel futuro anche nelle risposte a chi li chiedeva conto del passato:
- A chi gli chiedeva il modello preferito di Ferrari, lui rispondeva “Il Prossimo”
- A chi gli chiedeva la vittoria più bella, lui rispondeva “La Prossima”.
Nella sua testa il motivo dominante era: “Non è mai troppo tardi”
“Sono i sogni a far vivere l’uomo. Il destino è in buona parte nelle nostre mani, sempre che sappiamo chiaramente quel che vogliamo e siamo decisi ad ottenerlo”
- Solo in UNO
In tanti di noi conoscono il detto che il miglior numero di soci è un numero dispari inferiore ad uno. Ecco questo fu l’insegnamento del padre anche se poi la sua consapevolezza era tale da capire ed apprezzare il lavoro in team. L’azienda per lui è stata come un ingranaggio laddove ogni collaboratore aveva un suo posto ben preciso.
“Io sono indispensabile a tutti voi giornalisti, perché se non aveste avuto un Ferrari dovreste inventarlo, perché avreste meno da scrivere. Avete bisogno di Ferrari. D’altra parte quello che fate voi non mi stupisce, perché gli italiani perdonano tutto, ai ladri, agli assassini, ai sequestratori, a tutti, ma non perdonano il successo”
- Guidare con l’ESEMPIO
Questo è spesso scontato negli argomenti relativi la Leadership. Ma, Enzo Ferrari, incarnò l’esempio. Senza lauree (presa ad honorem all’età di 62 anni), non era ingegnere, nemmeno un dirigente di livello, men che meno un esperto di Wall Street e di borse.
Lui amava definirsi “Agitatore di Uomini”. Come lo faceva?
- Non spendeva soldi in Yacht ma, li reinvestiva in azienda, che per lui era la “Fabbrica”
- Metteva in competizione i collaboratori per aumentare a produttività
- Aiutava coloro che erano in difficoltà per primo
Anche se poi era un “Orso Bruno”, prevalentemente brusco capitava di sentirlo urlare.
“Non sono mai stato né progettista né calcolatore. Sono sempre stato un agitatore di uomini e di talenti”
- Seguire la PASSIONE
Non particolarmente brillante, all’età di 10 anni (era il 1908) venne portato dal padre a vedere una gara automobilistica e li scoppio l’amore per le corse fin al punto di affermare in età adolescenziale ad un caro amico la volontà di fare il corridore.
Con la sua passione è riuscito ad andare oltre. A realizzare la casa automobilistica, forse la più amata al mondo.
“Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere”
Imprenditore Geniale, sincero e bugiardo quando serviva, disarmante e astuto, vero e timido, onesto e conquistatore, amato e odiato, duro, diretto e, quando necessario, negoziatore e capace di comportamenti contradditori. Per molti era un coraggioso anche se poi la realtà della sua storia ci racconta che non ha mai preso un aereo per paura, non prendeva né treni né ascensori.
La sottile linea fra logica e follia, questo è ciò che rappresenta il fondatore di un progetto o di una azienda. Un equilibrio tra strategie e creatività, tra metodo e genialità, tra razionalità e irrazionalità.
Un precursore del tempo. Un creatore di futuro. Una Persona capace di tracciare una strada indelebile in epoche, che la cronaca dipinge spesso come ardue e complesse.
L’imprenditore è spesso un essere mitologico che crede ad una visione, che per molti altri è un’autentica e lucida pazzia.
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Grazie e Buona Giornata
Loris Comisso
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