Quando guardiamo ai grandi Leader della storia, possiamo riconoscere in loro caratteristiche innate, che li hanno portati a differenziarsi. Questo però non esclude che Leader si possa comunque diventare, possedendo delle caratteristiche di base che vanno amplificate e quindi padroneggiate.
Per esempio se parliamo di competenze da sviluppare, un leader è un grande “Problem Solver”. Se sei un imprenditore, sicuramente sai che spesso le frustrazioni superano le soddisfazioni. Ogni giorno ti alzi per risolvere problemi. Molto spesso gli imprenditori si fanno scappare la frase “Chi me l’ha fatto fare!!!”. Questa frase la esprimono perché la montagna del leader ha una salita ripida e piena di ostacoli da superare. Poi nella realtà questi ostacoli prendono la forma di mercati instabili, collaboratori complicati, fornitori difficili, clienti stressanti “che non sono più quelli di una volta”.
Per essere un leader bisogna iniziare dalla credibilità: individuare i problemi e correggerli subito, mostrarsi aperti e avere il coraggio di non nascondersi dietro le difficoltà e le sfide di un mercato instabile.
Altro aspetto che distingue una leadership forte è la consapevolezza che le persone sono il capitale più significativo di un’azienda. Consapevolezza che si concretizza in ascolto attivo, interesse per i successi e il benessere personale dei singoli, nel non tirarsi indietro, nell’essere un esempio coerente e perciò credibile.
Ti ricordo che la parola è ben-essere e non ben-avere.
Un leader non guarda solo al breve termine, seppur importante, ma ha una visione da condividere con gli altri e cui gli altri possano credere. Infine, come espresso in precedenza, la comunicazione a tutto tondo è indispensabile per poter fare da aggregatore di consensi verso le proprie idee e scelte. Ancora una volta nasce spontanea la stessa domanda che mi sento fare da più parti: leader si nasce o si diventa?
Sì, perché leggendo queste righe si può avere la percezione che per diventare leader uno deve avere dei superpoteri, stile Batman. A questo punto, faccio un passo oltre affermando che la risposta alla domanda è: un connubio delle due cose, nascere e diventare.
C’è una predisposizione che però è influenzata dall’ambiente in cui si cresce, gli stimoli che si ricevono, la curiosità e la voglia di conoscere e anche dalla fatica che talvolta bisogna sostenere per diventare un leader.
Essere leader, inoltre, è un mix di altre caratteristiche. Richiede lungimiranza, capacità decisionale, rapidità e lucidità nell’affrontare le questioni e nel pianificare le strategie.
La leadership è una caratteristica che viene riconosciuta dall’esterno, non intrinseca come invece tutti gli elementi che, combinati assieme, contribuiscono a crearla.
Insomma, un leader forte lo è solo nel momento in cui le qualità che lo rendono il migliore (meglio dire “uno dei migliori”) nel suo settore, sono palesi.
A quel punto credibilità, autorevolezza e, in alcuni casi, anche autorità, fanno il resto. Un leader forte non è però quello che confonde autorità con autoritarismo; tra le qualità che trasformano una persona in un leader c’è di certo anche quella di saper riconoscere in maniera oggettiva meriti e capacità, errori e punti deboli. Ad esempio sa chiedere “Scusa” e sa ammettere i propri errori.
In più è in grado di tracciare una strategia di crescita e di creare consenso attorno ad essa.
Abbiamo in questo articolo creato una ricetta per il leader perché alcuni ci nascono ma, altri possono avere l’ambizione di diventarlo.
Tu a che punto sei? Quale è stata la tua personale ricetta della tua leadership?
Scrivilo nei commenti.
Grazie e Buona Giornata.
Loris Comisso
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