Ultimo aggiornamento: 25 febbraio 2021

In questo articolo voglio essere molto pragmatico. È bene non sfogarsi sui dipendenti, non criticarne l’operato, non pretendere lo stesso impegno da tutti e soprattutto non dire mai: «Non ce la faremo».

Stress, carichi di lavoro e tensioni: il lavoro a volte sembra una lotta, ma non ci si deve mai perdere d’animo. Soprattutto non si deve mai perdere la pazienza pronunciando una di quelle frasi che possono rompere il rapporto di fiducia tra manager e collaboratori. «Avere un ruolo di responsabilità professionale è una sfida allo stesso tempo impegnativa e insidiosa», afferma Sofia Cortesi, Financial Director Hays Italia, «bisogna essere in grado di sapersi destreggiare tra deadline fiscali e di reporting, creditori, meeting, senza dimenticare la gestione dei fornitori e il rapporto con colleghi, dipendenti e superiori. Nelle giornate più difficili può capitare di perdere un po’ di autocontrollo e lasciarsi andare a rabbia e frustrazione. Tuttavia, quando si ricoprono posizioni di rilievo, pronunciare frasi inappropriate può minare la performance aziendale. E, cosa ben peggiore, compromettere la leadership di chi le pronuncia».

Ecco a te, nella pratica, le 7 frasi che un manager non deve mai dire.

1.     “Non voglio sentire lamentele”

Un vero capo deve saper captare i malumori del proprio team e dare il giusto valore a critiche e commenti negativi. Anche di fronte a problemi, che di fatto non potranno essere risolti, lasciare che un collaboratore si sfoghi, è utile perché permette di instaurare un rapporto fondato sull’ascolto e sulla comunicazione.

2.     “Fai come ti dico altrimenti…”

Le minacce (se succede X, allora Y) sono dannose e gli imperativi inutili. Non servono né a rafforzare la lealtà del proprio team, né a migliorarne le prestazioni. «I capi più saggi – commenta Cortesi – cercano di ispirare e di insegnare, evitando di spaventare attraverso un costante clima di terrore.

3.     “Ho fatto io il lavoro al posto tuo ieri sera. E tu, dov’eri?”

Fare pressioni sulla presenza in ufficio è un modo sicuro per creare frustrazione e malumore. Un manager che lavora sette giorni a settimana non può pretendere che i suoi dipendenti facciano altrettanto.

4.     “Non ce la faremo mai!”

In ufficio deadline fa spesso rima con ansia! È in questi momenti che un capo deve mostrare sangue freddo anche se la scadenza per la consegna di un progetto si fa sempre più serrata. Complice la tensione, è facile lasciarsi prendere dallo sconforto. Tuttavia, un capo deve evitare di riversare ansia e frustrazione sul suo team, incoraggiando sempre i propri dipendenti a dare il massimo, organizzandosi per rispettare le scadenze.

5.     “Tra tutti, sei sempre il migliore”

Guai ad elogiare sempre gli stessi, confinando gli altri nell’oblio, soprattutto in riunioni plenarie o di fronte ad altri.

6.     “È tutta colpa tua!”

Oneri e onori, vittorie e fallimenti. In ufficio si condivide (quasi) tutto. Non è giusto far pesare sul singolo collaboratore un insuccesso lavorativo. Bisogna parlarne con calma cercando di capire come evitare che una situazione del genere si ripeta in futuro. E poi il leader sei tu… quindi il leader è sempre il responsabile del proprio gruppo di lavoro. Dovresti autolicenziarti perché il pesce puzza sempre dalla testa

7.     “Sei il peggiore con cui mi sia mai capitato di lavorare!”

Rabbia, insulti, frecciate feriscono un dipendente.

Come COMUNICHI con i tuoi collaboratori?

Quali sono le frasi più utilizzate?

C’è un importante appuntamento per il 15 aprile 2021

Abbiamo iniziato tutti a parlare di smart working, ma, per essere davvero smart, il lavoro da remoto ha bisogno di gestione del tempo

Perché c’è da mettere insieme e coordinare  gli obiettivi aziendali con i tempi familiari, soprattutto se non si vive da soli

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Grazie e Buona Giornata.

Loris Comisso

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