La mia generazione ha fatto il militare e nell’opinione pubblica è un pensiero comune che, farebbe bene ai giovani e alla loro “spina dorsale”, ripristinare il servizio di leva.

Sono la persona meno adatta per esprimere un’opinione politica sulla bontà di questa proposta, anche se una riflessione sull’utilità della metafora militare per la conduzione di impresa diventa produttiva.

Non è tanto il servizio di leva che va ripristinato, quanto il processo di formazione unico e rigoroso, come quello militare; un processo che è essenziale per tutti gli imprenditori.

Le statistiche sono inesorabili. Più dell’85% (le fonti sono molteplici in tal senso e mai coerenti fra di loro e mi sono permesso di fare una media fra le fonti prese in considerazione) delle nuove imprese falliscono entro i primi cinque anni di vita. Di quelle che restano in vita (scritta così sembra già un malato terminale…), un altrettanto 85% chiude le serrande nei 5 anni successivi. Conti alla mano, circa il 2% dopo 10 anni è vivo e vegeto, sopravvissuto all’ecatombe del business.

Condurre un’Impresa è un mestiere complesso, pieno di difficoltà, irto di ostacoli, gonfio di variabili. La ragione principale, di questo sterminio di massa aziendale, è che quasi tutti gli imprenditori non hanno la formazione di base e sono aridi di esperienza nella gestione dello strumento dell’intelligenza emotiva.

Chiamalo Coraggio, chiamala Determinazione, chiamala Perseveranza, chiamala Resistenza alla fatica, chiamala Resilienza, chiamala Sicurezza di sé.

Nell’esercito, per usare un linguaggio alla Full Metal Jacket la comunicazione sarebbe: “Alzati, muovi il culo, smettila di piangerti addosso, piantala di fare il broncio, finiscila con le scuse, smettila di succhiarti i pollici e ricomincia da capo. Tua madre si vergogna di averti messo al mondo, mezza s…a!”

Le persone che militano nelle forze armate hanno i punti di forza e la formazione di base, che occorrono per diventare imprenditori. Poi magari sono avari di altre competenze, ma…

Fin da quando siamo bambini e iniziamo la scuola dell’obbligo, le scuole tradizionali ci abituano a fare i compiti in classe da soli. Se ci si mette assieme, ti accusano di aver copiato e vieni pure punito.

In alcune accademie militari si insegna a cooperare, a fare squadra, a fare quasi tutte le esercitazioni in gruppo. Anche quando vai a sparare, a me è capitato in poligono di tiro, hai dietro un osservatore/responsabile, qualcuno che fa team con te e che ti da indicazioni o ti fa da mentore. In più, ho avuto l’opportunità di suonare nella fanfara militare e ti assicuro che nasce spontaneo il cameratismo, lo spirito di squadra.

Chi conduce un’impresa non ha questo livello di cooperazione. Lo stile di leadership della maggior parte dei dirigenti d’azienda si può riassumere con queste parole espresse spesso dalla Classe Dirigente: “Sono alla ricerca di numeri uno”, oppure “Fai così come te lo dico io oppure sei licenziato”, oppure “Non sei pagato per pensare, sei pagato per fare”.

In poche parole, i leader militari dirigono con la missione e i leader aziendali dirigono con il denaro. Ognuno ha la propria risorsa di Potere e dipende da te come la usi!

 È arrivato il momento di una leadership positiva, è arrivato il momento che all’evento “Condurre un’impresa”, per trasmettere questi nuovi concetti, il 19/10/2018 a Pordenone abbiamo come ospite una persona straordinaria. Un’altra eccellenza italiana, che nella sua esperienza militare, ha avuto sempre chiaro un paradigma:  la gerarchia non serve a niente, la leadership è fatta da “altri aspetti”.

Massimo Tammaro. Pilota. Ex comandante delle Frecce tricolori col grado di tenente colonnello (dal 2006 al 2010). Dal 2011 lavora in Ferrari, dal 2012 è responsabile della creazione di una Ferrari Corporate Academy fino all’anno 2017.

Liberamente tratto da sue interviste: “Se dovessi dare una definizione di me stesso, direi che sono uno degli uomini più fortunati del mondo”. Non ama i “valori effimeri”. Dedica il suo tempo libero e i suoi risparmi a “chi non è fortunato come me”. Aiuta bambini handicappati, gli hanno dato anche premi per questa sua generosità, ma non ne vuole parlare, dice che queste cose “si fanno non per ottenerne pubblicità, ma solo perché il cuore dice di farle”. Di un altro premio invece parla volentieri, è un riconoscimento alla carriera che gli ha consegnato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, “per aver valorizzato l’eccellenza italiana nel mondo” con la tecnologia e la professionalità della pattuglia acrobatica. Con lui le Frecce Tricolori sono entrate in ambienti dai quali prima erano fuori.

Nel settembre 2009 si oppose alla richiesta di Gheddafi che voleva un fumo verde per festeggiare i 40 anni della sua rivoluzione. Ha detto di no, niente fumata verde. Inutile insistere: o la scia tricolore o ce ne andiamo. Ha avuto il sostegno del ministro della Difesa e del premier, ma per primo, a chiare lettere, quell’atto di coraggio e di orgoglio per le insegne nazionali lo ha fatto lui. E, per una volta, senza rispettare i gradi: un tenente colonnello che dice no al Colonnello.

La realizzazione di un’impresa, come ci insegnerà Massimo, nasce da un sogno e dalla determinazione e capacità di chi ha creato questo progetto prima nella sua mente e poi nella realtà. In particolare, dall’orgoglio e dalla valorizzazione di se stessi.

Un’iniziativa non semplice, ma se a guidare il Leader sono il talento, la creatività e la visione, anche i traguardi più difficili diventano possibili. Queste potenzialità sono in ognuno di noi e partecipando a questo talk-show educativo scoprirete come individuarle e renderle parte integrante della vostra vita per raggiungere grandi obiettivi.

Scopri quali sono gli ospiti di quest’anno dell’unico Talk Show Educativo, personalità di grande successo: https://loriscomisso.it/workshop/condurre-un-impresa/

Perché da Professionista a Professionista l’esperienza di altri arricchisce.

 Loris Comisso

 

 

 

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